sabato 28 novembre 2009

Eh, è forte il Piero!

Non mi piacciono gli ospedali.



Spesso penso che preferirei tenermi la malattia piuttosto che entrarci.

Fatto sta che oggi ci sono entrato.



Ambiente asettico, smorto, cubico, quasi odioso. File di persone che richiedono la salute. Firme su firme, bolli, tasse per poter esecitare il proprio diritto alla salute. Ed eccomi lì, col mio tagliandino in mano, a fare la fila.



Mi guardo intorno: ai muri delle stampe riproducenti quadri di kandinskij. Appese a quel muro giallognolo, senza i colori, i volumi, le grandezze dell'originale, non mi dicono proprio nulla.



Li osservo comunque.

In uno vedo un profilo umano: al di fuori di esso linee dritte, spezzate, geometriche. Dentro spirali, cerchi, linee all'infinito. La mente.



Come mia malsana abitudine, inizio a osservare le persone intorno a me. Volti anonimi, nella maggior parte dei casi. Appena posi gli occhi su di loro si sentono braccati, osservati, subito ti fissano negli occhi a loro volta, come fa un animale di notte con i fari di una macchina.



Hanno paura di me? Mi guardano quasi con sorpresa, chissà cosa voglio da loro? Sono sbigottiti, stupefatti. Io li guardo!



Velocemente distolgo lo sguardo.



Ma non tutti ricambiano le mie indiscrete occhiate.

Curiosamente, la scena che mi è rimasta più impressa è stata forse quella di uno dei casi più tristi.

Un anziano, sulla sedia a rotelle, non completamente in se. Aspetta anche lui per il tiket, assieme a un altro uomo che lo spinge (sarà il figlio? il nipote? semplicemente un amico di famiglia?). Lui si lamenta, e inizia ad attaccar bottone con una signora lì vicino.



Sorrisi.



Lei non è scocciata, anzi, parla amabilmente col vecchietto, che dice: "Eh, io sono giovane, guardi, non ho nemmeno le rughe..."



E dietro di lui, l'amico, scoppia a ridere, e dice: "Eh, è forte il Piero!"

...

Ecco, questa seconda bozza dal passato finisce qui... le sensazioni non sono più le stesse, ovviamente... posso cercare di ricostruirle, però. Perchè ho fissato questo momento?

Non lo so il perchè. Forse mi faceva tenerezza, forse mi ha colpito l'amore che quell'uomo dimostrava nei confronti dell'anziano.
L'unica interpretazione che posso fare la farò con il mio stato d'animo attuale.. quella scena mi colpì perchè, in quel momento, quell'anziano signore era giovane davvero. Ed io invece, ora, mi sento, non so perchè, vecchio.

domenica 8 novembre 2009

Yoani Sanchez: una vera rivoluzionaria

E' di oggi la notizia che la blogger cubana Yoani Sanchez, che con il suo blog "Generation y" denuncia quotidianamente i soprusi e le vessazioni a cui il popolo cubano è sottoposto dal dal regime di ispirazione marxista-leninista di Fidel Castro, è stata sequestrata e picchiata da agenti del governo castrista. L'incursione, definita dalla stressa Yoani "in perfetto stile camorrista", è avvenuta nei pressi della manifestazione per la non violenza all'Havana (a cui alla Yoani non era stato dato il permesso di entrare) e ha coinvolto sia la blogger che un suo amico, blogger anche lui.

http://www.ilgiornale.it/esteri/cuba_punisce_blogger_antiregime_rapita_e_picchiata_stile_camorra/08-11-2009/articolo-id=397325-page=0-comments=1

Yoani Sanchez non si è fatta intimidire, ma per quanto potrà resistere?

sabato 31 ottobre 2009

Pareggio

Avete mai combattuto contro voi stessi?

Non fatelo.
Non fatelo, perchè non potete vincere, dato che la vostra vittoria contro voi stessi prevederebbe anche la vostra sconfitta. E allora come si può vincere se si ha perso?

Non posso vincere contro me stesso. Non posso nemmeno perdere.
Posso pareggiare.

Pareggiare.
Il pareggio, ancora peggio della sconfitta: non sai se sei stato abbastanza forte da vincere o abbastanza debole da perdere. Il pareggio ti lascia nella tua condizione iniziale, non ti dice nulla. Nessuna verità. Nessuna bugia.

Posso io non voler provare qualcosa che provo? Posso dimenticare qualcosa che mi salta sempre in mente? O qualcuno?

No. Pareggio.
Rieccomi alla condizione iniziale. Non è cambiato niente.

Niente...

lunedì 26 ottobre 2009

Caldarroste e ricordi

Davanti al fuoco, mi scaldo e giro le castagne nella padella. Mi sembrano cotte a puntino.

Non voglio sporcare la tovaglia, apro un giornale e verso le caldarroste su di esso.
Che bel calore.

Le prendo in mano, le faccio saltellare da un palmo all'altro, mi ustiono tentando di sbucciarle. Pian piano si forma una piccola catasta di gusci. E sotto di essi, appena visibile, un volto, sulla carta stampata.

Le coincidenze. La pagina giusta del giornale giusto.
Roby Piantoni, alpinista di Colere. Gli amici e i familiari gli renderanno omaggio domani, domenica, alla chiesa di Colere (BG)

Le coincidenze...

Penso che non ti vedrò più entrare dalla porta dell'albani con tutti quei ragazzi che vogliono la cioccolata. Non ti vedrò più sorridere, non ti vedrò più firmare i tuoi poster. Mai più.

Quante cose si prende la vita. Davvero tante. Sfuggono, vorresti averle, vorresti che rimanessero, ma per un motivo o per l'altro, forzatamente, con irruenza, il fottuto fiume della vita te le porta via.
A volte le vedi solo passare velocemente accanto a te, solo un baleno e via.
Altre volte riesci ad ancorarti ad esse, per un po'.

Ma tutto, tutto scorre. Scorre via.

lunedì 19 ottobre 2009

Il passato che non ritorna


Qualche volta è incredibile come la nostra mente sia soggetta a dei flash inquietanti. Storie forse solo inventate dal nostro subconscio, ma probabilmente accadute.

Ed ecco perchè guardando fuori dalla finestra di quel vecchio ristornate sui monti, guardando la sua "storica" terrazza io ci rivedo anziani che giocano a briscola, vecchi cacciatori che sorseggiano una minestra calda o giovani coppie che non esistendo le discoteche o i fantamitici locali di oggi si ritrovavano sotto quelle viti a guardarsi negli occhi.

E vedo anche... felicità

L'uva che matura, quel caco secolare che ogni anno dà i suoi frutti, puntualmente raccolti da mani nodose.

Oggi quei cachi restano sull'albero. Cadranno e marciranno. Proprio come i nostri giorni.
Non ci sentiremo più così contenti di una mediocre minestra, o così gratificati da una serata in un posto che oggi ci sembra decisamente poco fico.

Possiamo ancora gustare appieno un pane col salame? A santa lucia non ci arrivano più i mandarini. E i bambini che venivano appesi agli alberi con un ciucciotto di zucchero mentre le madri raccoglievano nell'orto oggi non possono mangiare troppi dolci, diventerebbero obesi.Quei bimbi che nascevano nelle stalle, perchè l'ospedale era troppo lontano, oggi non possono andare oltre i 1000 metri prima di una certa età. Gli farebbe male.

Cos'è la montagna, cosa sono le caldarroste abbrustolite nella padella "coi busi" la sera, con tutta la famigia attorno al fuoco, che più che a mangiarle servono a scaldarti le mani? Dove finisce tutto, cos'è che fagocita così inesorabilmente il passato? E le carte, il briscolone, e il dare qualcosa da mangiare ai cacciatori di passaggio? Dove sono?

Ma la terrazza è vuota... ci sono solo dei bimbi, bimbi diabolici che strappano le foglie a quella povera vite.
Guardo le foto: facce dure, serie, la foto di famiglia è un occasione rara. Chissà quanta strada avrà dovuto fare il Signor Fotografo. Ragazzini a due colori con le gerle in spalla. Fieno e stanchezza. Fieno e semplicità. Fieno e un sorriso, dopo possono andare a giocare con gli amichetti.


Fieno e felicità...

domenica 18 ottobre 2009

VIENI E VIVILO

Riposto qui un post preso dal blog "Generacion Y". Lo faccio perchè credo sia particolarmente significativo, e che attirare l'attenzione su di esso sia doveroso.

"Ispirata da una delle tante propagande turistiche, mi è venuta un’idea per attirare visitatori sull’Isola. Non si tratta di un viaggio ecologico per le piazze e i monumenti del paese. Un soggiorno “alla cubana”, potrebbe essere lo slogan di questa campagna turistica, condannata in anticipo al disinteresse dei suoi possibili fruitori. Vieni e vivilo, reciterà la copertina della tessera di razionamento che verrà consegnata a chiunque voglia provare questa avventura.
L’alloggio non avrà niente in comune alle camere di lusso che esibiscono gli hotel di Varadero e Cayo Coco, perché i nostri operatori turistici suggeriranno stanzette in Centro Avana, casupole a Buena Vista e un affollato rifugio di danneggiati dagli uragani. I turisti che compreranno questo pacchetto non potranno utilizzare moneta convertibile e per le loro spese di due settimane dovranno contare sul salario medio di un mese: trecento pesos cubani. In questo modo, non potranno prendere un taxi da pagare in divisa, né guidare un auto noleggiata lungo le strade del paese; sarà obbligatorio l’uso del trasporto pubblico per chi è interessato a questo nuovo tipo di viaggi.
Per coloro che sceglieranno questa escursione saranno vietati i ristoranti, ma riceveranno un pane di ottanta grammi ogni giorno. Forse avranno la fortuna di ottenere mezza libbra di pesce prima che parta il volo di ritorno. Per spostarsi nelle altre province non potranno contare sulla compagnia turistica Viazul, ma invece di stare tre giorni in coda per un biglietto, avranno il vantaggio di comprarlo dopo solo una giornata di attesa. Sarà proibito salire su uno yacht o contrattare una tavola da surf, non fosse mai che finissero il loro soggiorno a novanta miglia invece che nel nostro “paradiso” caraibico.
Al termine della permanenza, i coraggiosi escursionisti otterranno un diploma di “conoscitori della realtà cubana”, ma dovranno venire qualche volta in più per essere dichiarati “adattati” al nostro assurdo quotidiano. Se ne andranno più magri, più tristi, con un’ossessione per il cibo che soddisferanno nei supermercati dei loro paesi e, soprattutto, con una terribile allergia per le pubblicità turistiche. Quelle dorate propagande che presentano una Cuba fatta di mulatte, rum, musica e balli, non potranno nascondere il panorama di cadute, frustrazione e inerzia che adesso loro hanno conosciuto e vissuto. "



Sorpresi? Eppure Cuba dovrebbe essere il paese dalla perfetta sanità, previdenza sociale ed istruzione.
E' tutta finzione. Dolorosa finzione. Perchè è vero, dannatamente vero, che per noi Cuba è mulatte, sigari e carnevali.

Non vi sentite strani, sapendo di vivere "oltre uno specchio"? Uno specchio che distorce le immagini, una cappa di bugie che è difficile fendere, per arrivare alla luce vera.

Eppure basta un link. Un solo, insignificante link.

Dunque... andate e vivetelo.

Generation Y


Yoani Sánchez, è lei la protagonista di questa storia, è nata nel 1975. A vent’anni fa un figlio, proprio mentre si laurea in letteratura spagnola, filologia ispanica e letteratura latinoamericana contemporanea. Tesi: Parole sotto pressione. Uno studio sulla letteratura della dittatura in Latinoamerica. Un tema che magari come contenuto può essere svolto in modo perfettamente ortodosso, ma già il cui titolo può suonare una fiammeggiante dichiarazione d’intenti, in un contesto come quello del regime castrista. Terminata l’Università decide infatti che la torre d’avorio della filologia non è la sua vocazione, e nel 2000 si impiega presso la Editorial Gente Nueva. Ma con il salario di Stato a Cuba non si mantiene una famiglia, e lei comincia a dare lezioni illegali di spagnolo ai turisti tedeschi in visita all’Avana. Una scelta già di dissenso implicito, quella di entrare nell’economia parallela, ma comunque ampiamente diffusa a Cuba, se non altro per mere esigenze di sopravvivenza. E comunque Yoani riesce a mantenersi a un livello un più alto: non solo rispetto alle studentesse o laureate che si prostituiscono, ma anche agli ingegneri che si mettono a guidare un taxi, alle maestre che si impiegano negli alberghi o a neurochirurghi e fisici nucleari che fanno i commessi nei negozi per turisti.

Il blog "generation Y", tradotto in italiano da Giordano Lupi, è la voce di Cuba: una finestra su un mondo illusorio e spesso frainteso

http://desdecuba.com/generaciony_it/

domenica 11 ottobre 2009

Inchiodato (un tipico sabato di softair)

Azzo, azzo, azzo...

Cavoli, magari da qui...

Ting!TING!! ti-ting! Tingg!
Merda!

Eccomi qui. Inchiodato.

Inchiodato dietro un rimorchio rosso. Appena mi sporgo, pallini da tutte le parti.

Jerry è andato, ha provato ad avanzare, ma lo hanno beccato dal fianco.
Ed eccomi qui, solo.

Dei due nel bosco, nessuna traccia. Dove sono? Io non mi posso muovere da qui! Mi serivrebbe almeno un po' di copertura!

Aspetta, forse...

TINGTINGTING!

Uuuufff, per un pelo!! Cazzo mi punta proprio quello!

E adesso che faccio?
E vabè, stiamo qui... vediamo che succede...

E intanto? bah...

Pensare, pensare, pensare...

Sono concentrato, non penso ad altro. NON POSSO pensare ad altro.
Non farsi colpire. Riuscire ad uscire da questa situazione.

Ehi, da qui sopra posso sbirciare!

Vediamo... ah eccolo lì! si vede solo la testTINGTINGTINGTING!

E vabbè, pure adesso mi ha visto.. almeno so dov'è..




ffff....

Spari dal bosco. Finalmente si muovono.

Proviamo dal lato sinistro....
Devo imbracciarlo da mancino per mirare, ma meglio di uscire senza difese...
...

niente.

Ganzo, strada giusta.

E lui chi è?

...
GAS??

trrr...trrr..
TINGTINGTING!

Ma cazzo! l'ho mancato!

-"mi sta sparando, è ancora là dietro..."

Mitico... sgamato di nuovo..

E a destra?... se mi sporgo poco poco...

Ecco, nn è più là... appoggio la canna al gancio e tengo la mira...

ecco che si sporge e... TRRR...TRRRR

COLPITO!!
Bene! uno di meno.

Se adesso i ragazzi facessero..

TRRR..TRRR... Spari dal bosco..

Gas è colpito!

E' FINITA, E' FINITA!!

Mitico, ce l'ho fatta! Grandi raga, non ci speravo più!

Ero inchiodato...

sabato 12 settembre 2009

Gli affamati a Cuba si chiamano "pericoli sociali"

Il Tribunale Supremo (Corte di Cassazione) dell’Avana ha confermato oggi la condanna a due anni di carcere contro Juan Carlos Gonzalez Marcos 'Panfilo', il quale urlò «abbiamo fame» durante la ripresa di un video. Lo ha detto all’ANSA una fonte della dissidenza.'Panfilo', 48 anni, è stato condannato ad agosto da un Tribunale municipale per «pericolosità sociale predelittiva».Il Tribunale Supremo non ha accolto il ricorso. «Il processo è durato mezz'ora ed è stato a porte chiuse. Non hanno fatto entrare due diplomatici, uno del Canada e l’altro del Regno Unito, giunti come osservatori», ha detto Richard Rosellò, osservatore della Commissione di diritti umani, al quale non è stato neanche permesso di entrare in aula.Non si possono presentare altri ricorsi, ha detto Rosellò, ribadendo che 'Panfilo' «non ha commesso alcun reato» e che «è stato condannato per motivi politici».

fonte: http://gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/7/27158/Url%C3%B2_in_tv:_Abbiamo_fame_Cubano_condannato_a_due_anni.html

mercoledì 9 settembre 2009

Octavo Cerco





Aiutiamo il blog di questa ragazza a crescere e ad essere conosciuto.



Una perplessità mi sorge leggendo questi post... se nella tua università all'Havana fai parte del gruppo di interesse verso gli USA e vuoi fare un viaggio a washington DC, ma la tua stessa università chiama un gruppo di sessantenni "combattenti" per dirti che ciò è "male" e in ogni caso ti ritira il permesso per il viaggio... significa che il sistema universitario cubano è buono?




venerdì 24 luglio 2009

Bozza dal passato n.3

"Una mosca. Che stupida. Continua a volare contro un vetro. Non capisce che non può oltrepassarlo...



E noi? E io? Se pure noi sbattessimo sullo stesso vetro? Se ci fosse qualcosa che non ci è data di capire... Noi così piccoli, nella nostra stanza dell'universo... dove saranno questi vetri? Dove finiranno le regole che governano la nostra percezione e ne inizieranno altre? Dove non ci sarà più permesso capire? Dove Dio? Dove il casuale smetterà di distinguersi dall'esatto?"

Questa l'ho pubblicata come preludio alla prossima, ben più lunga e intricata..

Cosa...?

E' dura quando vorresti scrivere qualcosa, ma non ci riesci.

E' dura quando dentro di te c'è un qualcosa di politico, sì, ma anche di sociale, con un piccolo bisogno spirituale (e sentimentale), nonchè fisico, quasi il bisogno di urlare. Ma cosa? Quella consapevolezza di vivere in un mondo che non ti piace ma che ha un suo strano fascino, che ti attira nei suoi meandri segreti. Essere in una situazione che non sopporti, ma in cui devi necessariamente stare. La tensione della decisione, lo sconforto della realtà, ma anche la debole speranza del sogno. E tutto questo, istantaneamente, vuole venir fuori, ma come? Cosa scrivere, cosa dire, cosa URLARE? e a chi? Chi può capirlo, a chi io voglio davvero dirlo? Nessuno? Io solo? Tu? L'altro?

Cosa devo scrivere? Cosa POSSO scrivere?

...

giovedì 25 giugno 2009

Relatività? O_o (bozza dal passato n.4)

"Non so perchè mi ritrovo a pensare a cose pazzesche. Quasi impensabili. Quasi, per l'appunto.

Del tutto incomprensibili però.



Ragiono sull'universo. magari sto per sparare un mucchio di cazzate. mi scuso in anticipo, in questo caso.

Ma le parole del prof di scienze della terra (e non solo della terra) mi hanno fatto pensare...



"Se esistessero degli essere bidimensionali su questa lavagna, e io ci appoggiassi sopra un gesso, essi non percepirebbero il gesso nella sua tridimensionalità (che è come lo percepiamo noi, ma se avesse più di tre dimensioni??? se fossimo noi gli sparuti esseri sulla lavagna??), ma vedrebbero solo il punto di contatto bidimensionale tra gesso e lavagna, perchè la tridimensionalità non è da loro percepibile."



Davvero l'universo è quello che percepiamo noi? la nostra percezione è solo tridimensionale... anche il tempo è una dimensione dello spazio, ma noi non lo percepiamo come tale. Cosa è davvero l'universo?



Pensa e ripensa, riesco ad individuare una regola "portante" di tutto l'universo: il rapporto causa-effetto. O conservazione dell'energia, se preferite.



Ogni più piccolo cambiamento ha una causa, un altro "movimento" precedente. Si può risalire così all'infinito. O forse no? Perchè il punto è: l'universo ha un'età. Quindi, se prima non c'era, qual'è la causa che lo ha creato? Dio? resterebbe sempre un qualcosa senza una causa a monte. Per cui, ho pensato di smettere di pensare. XD



Ragioniamo: se noi percepiamo così il nostro universo, regolato da questa legge fondamentale, non è detto che sia stato sempre così. Sarà stata una casualità la creazione del'universo? Ma nel "Nulla" (ossia il "prima dell'universo") non esistevano gli schemi di lettura con cui definire il "regolare". Dunque cosa lo distingueva dal "casuale"?



Ossia, se non avessimo la definizione di linea retta o curva e non le conoscessimo, come potremmo distinguere la linea retta dalla linea curva?



Stessa cosa con l'universo. Non è casualità, è... è.



(per inciso, la casualità, esistendo, non dimostra di obbedire comunque a quello schema che ne legittima la stessa esistenza? Dunque anche il "casuale" segue le stesse regole del "regolare". La casualità è solo un illusione, dunque?)



E anche qui, trascendendo la nostra percezione di questo sistema universo, se prima (prima dell'universo) la legge "causa-effetto" non fosse esistita, cosa avrebbe impedito agli eventi di.... verificarsi e basta? Senza una causa? Perchè sono le regole, le leggi, che permettono agli avvenimenti d accadere. Ma senza leggi, non è dunque lecito che accada di tutto? oppure niente?

Un oggetto non fluttua solo perchè la massa terreste glielo impedisce. Senza la terra, l'oggetto fluttuerebbe. Dunque, togliendo la legge "causa-effetto", gli avvenimenti non potrebbero iniziare ad accadere senza ragione?



Ciò per noi è impensabile: ogni più piccolo aspetto della nostra vita è costantemente regolato eda questa legge fondamentale, immaginare un universo senza di essa è impossibile, perchè anche la nostra stessa mente è vincolata a tale legge. Si può solo ipotizzare filosoficamente, ma sarebbe da pazzi tentare di dimostrarlo in un qualsiasi altro modo: tutta la fisica ipotizzabile dall'uomo risponde alla "causa effetto", per cui esclude del tutto questo ragionamento, che non potrebbe mai verificarsi nel nostro universo (nostro= universo attuale e da noi percepito)...



che devo dire.... boh..."

La lascerò finire così, con "boh". Perchè.. perchè boh.

giovedì 14 maggio 2009

Intervista all'esponente del partito comunista italiano Diliberto

Trascrivo qui quest'intervista rilasciata da Diliberto riguardante Cuba. I commenti ad ogni risposta sono dell'esule cubano Joel Rodriguez, che credo sappia meglio di tutti noi cos'è davvero Cuba.


Roma 14 dicembre 2005
D): Con le dovute differenze culturali, storiche, geografiche e politiche, cosa prenderebbe del sistema cubano per adottarlo in Italia?
R): Sicuramente il sistema di protezione sociale, che è il più avanzato non soltanto di tutta l’America Latina, il che non è molto difficile visto lo stato degli altri paesi, ma anche rispetto a molti paesi occidentali, o cosiddetti occidentali. Penso al sistema sanitario, al sistema della protezione del lavoro, che sono avanzatissimi. Non è un caso che Cuba venga attaccata parlando di Diritti Umani, dimenticandosi, naturalmente sono in malafede quelli che l’attaccano, che il grande tema dei Diritti Umani inizia dal diritto alla vita, ad una vita decente, ad una vita dignitosa per tutti e non soltanto per ristretti gruppi di privilegiati come nel resto del mondo.
Joel Rodriguez commenta:
Appunto, On. Diliberto, “vita decente, ad una vita dignitosa” e soltanto questo quello che vuole il popolo cubano, il non doversi prostituire e vendere per sopravvivere; a Cuba il ristretto gruppo di privilegiati si riduce a Fidel Castro e i suoi colonnelli e generali, il resto della popolazione vive in una miseria totale. Di quale sistema di protezione sociale mi parla On. Diliberto, di quale sanità? quella cosa allo sfascio la vuole chiamare sanità? Vorrei vedere se in Italia ci fosse un sistema sanitario come quello cubano, in quale ospedale andrebbe lei e i suoi compagni caro On? Lei per caso non sa che a Cuba manca il personale medico e infermieristico negli ospedali, perché sono in “missione” umanitaria in Venezuela, costretti ad andare in Venezuela in cambio di pretodollari e per fare indottrinamento politico alla popolazione?

D): A Cuba, alcune tipologie di cittadini (tra cui, ad esempio i lavoratori di zuccherifici dimessi o in via di ristrutturazione), hanno la possibilità di scegliere tra un nuovo lavoro e frequentare l’università o corsi professionali, in questo secondo caso, ricevono comunque un salario. Sa di altri paesi nel mondo in cui si adotta questo stesso principio?
R): Ovviamente no. E’ un principio avanzatissimo. Se vogliamo è un principio che potrebbe tranquillamente trovarsi nella nostra Costituzione repubblicana che vogliono smantellare perché è il principio del diritto al lavoro, connesso con il diritto all’istruzione. In Italia ci fu negli anni ’70 dopo la grande vittoria dello Statuto dei lavoratori, un esperimento non così avanzato ovviamente, ma altrettanto interessante che era quello delle cosi dette 150 ore. Cioè 150 ore di lavoro retribuite come lavoro per quegli operai che andavano all’università o comunque volevano apprendere nelle istituzioni scolastiche italiane. Naturalmente è durato poco perché gli imprenditori non accettano l’idea che i lavoratori siano istruiti, per un motivo molto semplice che alcuni si dimenticano, che la cultura è lo strumento più formidabile per avere conoscenza, per avere consapevolezza dei propri diritti, quindi andava abolito.
Joel Rodriguez commenta:
On. Diliberto, se in Italia -o in qualunque altro posto- i lavoratori guadagnassero 15 dollari al mese e lo Stato più di mille dollari per ogni lavoratore (come nel caso delle compagnie straniere che hanno affari nell’isola), sicuramente qualunque stato si potrebbe permettere di mandare a “studiare” i lavoratori per un periodo. Se non altro, Diliberto, questo si chiama sfruttamento dei lavoratori. Oltretutto, lo studio nelle mani del regime non è altro che un continuo indottrinamento, è l’arma che usa per mantenere la popolazione schiava. Chiama lei insegnamento quello del regime cubano, dove è vietato leggere libri di Gandhi?

D): In Italia, il PDCI è l’unico partito che sostiene con coerenza il sistema di governo cubano, cos’è che vi fa mantenere questa posizione (sicuramente non troppo comoda nello scenario politico italiano) di costante rispetto nei confronti della Rivoluzione Cubana, cos’è che vi porta a non unirvi a tutti gli altri partiti- nessuno escluso- schierati contro i “sistemi” di Fidel Castro, “il dittatore che mangia i bambini”?
R): Basterebbe quello che ho detto sino adesso per giustificare la difesa di Cuba. In realtà aggiungo un’altra cosa. Noi siamo coerentemente antimperialisti, parola che non si usa più, neanche tra quelli che si dichiarano comunisti in altri partiti. E’ il punto chiave. Cuba non viene attaccata perché c’è una presunta “dittatura”, perché se fosse questo il motivo, gli Stati Uniti dovrebbero attaccare mezzo mondo. Cuba viene attaccata proprio perché è un simbolo per tutti coloro che nel mondo non si sono arresi. E quindi va difesa, vorrei dire quasi a prescindere, perché è la garanzia che si può sconfiggere l’imperialismo. Per altro il simbolo è particolarmente rilevante proprio perché è una piccola isola, a 90 miglia marine dagli Stati Uniti d’America e questi non sono riusciti a eliminarla in tutti questi anni ed è straordinario tutto quello che è successo.
Joel Rodriguez commenta:
On. Diliberto capisco, l’antimperialismo può essere la scusa di qualunque dittatore per mantenersi al potere, con la patente di antimperialista si possono violare tutti i diritti di questo mondo, incluso quelli che lei sostiene di difendere, dei lavoratori.Forse lei ha ragione Cuba e un simbolo, un simbolo per dimostrare al mondo dove porterebbe un sistema governato con le vostre idee.Diliberto non ci prendiamo per il culo, gli americani non hanno voluto eliminare il dittatore Fidel Castro, cosa trova di straordinario, tutte le fucilazioni, tutti gli intellettuali in esilio, la popolazione che preferisce perdere la vita in mare per arrivare negli USA piuttosto che continuare a vivere nel “paradiso socialista comunista o castrista”?

D): Alla luce della sentenza del tribunale di Atlanta che dichiara nullo il giudizio tenutosi a Miami contro i Cinque cubani con cui li si condannava a più ergastoli senza alcuna prova a sostegno delle accuse, lei crede nel sistema giudiziario statunitense? Crede che questo possa andare oltre le fortissime pressioni politiche, tutte assolutamente contro i Cinque cubani, restituendogli finalmente la libertà?
R): Io ho una scarsa fiducia nel sistema giudiziario statunitense, anche perché avendolo visto da vicino, nella vicenda della liberazione di Silvia Baraldini, come dire ho scarsa fiducia. Tuttavia è comunque un successo l’annullamento di quella sentenza. Io lessi a suo tempo le motivazioni delle condanne, erano aberranti, anche dal punto di vista della giustizia degli Stati Uniti d’America che si proclama “garantista”. Per avere un processo equo, dovrebbe tenersi lontano dalla Florida, e se fosse possibile con degli osservatori internazionali. Per quanto ci riguarda, come Partito dei Comunisti Italiani, continueremo a sostenere la causa dei Cinque patrioti, che tra l’altro avevano ricevuto delle sentenze con delle pene accessorie di cui non parla nessuno, come per esempio il divieto di incontrare i propri familiari, cosa che dovrebbe urtare la coscienza democratica di qualunque persona perbene. Adesso lasciamo stare la categoria destra o sinistra, qualunque persona perbene. Occorre che l’opinione pubblica stia bene attenta a quello che succede appunto nel prossimo processo che si farà negli Stati Uniti, in modo tale da far sentire a quel tribunale, che non sappiamo ancora quale sarà, che comunque non possono fare quello che gli pare.
Joel Rodriguez commenta:
On. Diliberto, lei ha poca fiducia nel sistema giudiziario statunitense, però è un po' contraddittorio quando poi dice della “liberazione di Silvia Baraldini”. Come mai un sistema giudiziario così poco affidabile libera un presunta terrorista? Mi dica, crede che a Cuba l’avrebbero liberata una Baraldini? Le prigioni cubane sono piene di persone per il solo fatto di pensare liberamente, o di esprimere le loro idee in maniera pacifica. E non vengono liberate anche se non ci è mai stato un processo. Ma lei difende il regime castrista è ha poca fiducia nel sistema giudiziario americano. Non ce dubbio, mi devo impegnare di più a far capire agli italiani chi è realmente lei.
On. Diliberto, perché non ha mai chiesto degli osservatori internazionali per il processo contro i dissidenti cubani? Sono esseri umani i dissidenti cubani, non meritano pure loro un processo equo?
On. Diliberto, vedo che lei segue di pari passo il regime cubano, non perde una virgola del longevo dittatore cubano (c'era qualche dubbio?) Però la differenza tra lei e il dittatore e che lui a Cuba se lo può permettere, ha il controllo sull’informazione, e al popolo cubano non è permesso di conoscere la realtà. Qui in Italia è diverso, nonostante i comunisti come lei controllino ancora l’informazione (perché così è e lo dimostra il caso cubano), la gente ha la libertà di usare internet (a Cuba no) informarsi, cercare la verità.E proprio cercando questa verità si renderanno conto delle sue bugie prese dal regime: non sono 5 gli arrestati nella Red Avispa, bensì 14, On. Diliberto e lei lo sa bene. Sa bene che il regime parla solo di 5 perché gli altri hanno confessato, hanno riconosciuto che il loro lavoro non era solo di spiare (poi mi dica del polverone che lei stesso alzerebbe in Italia se venisse a sapere che ci sono spie americane dentro al suo paese), il loro lavoro consisteva nell’attentare contro membri dei diversi gruppi oppositori al regime di Fidel Castro radicati a Miami, erano implicati anche nell'abbattimento da parte del regime castro-comunista di un piccolo aereo civile in acque internazionali.“Signor” Diliberto, se vuole le fornisco le identità degli altri arrestati e condannati dal sistema giudiziario americano; penso che anche loro siano innocenti, vista la sua poca fiducia in quel sistema giudiziario. Oltre ai 5 (Gerardo Hernandez; Ramon Labañino; Antonio Guerrero; Fernando Gonzalez; Rene Gonzalez), lei puo trovare anche Joseph Santos; Amarilys Silverio; Alejandro Alonso; Nilo Hernandez; Linda Hernandez. Erano anche questi parte della stessa rete.Poi non si dimentichi anche Juan Pablo Roque, pure lui spia della stessa rete, ma è riuscito a scappare a Cuba cosi come José Rafael Brenes.La saluto On. Diliberto, augurandomi che questa mia arrivi a quanti più italiani possibile, così potranno rendersi conto delle bugie del paladino delle libertà e dei diritti dei lavoratori, nonché sostenitore di chi i lavoratori li schiavizza e non permette un sindacato indipendente.


Joel Rodriguez

mercoledì 13 maggio 2009

Ma allora?

Chi sono io? Davvero sono un 17enne? Leggo Solzènycyn, che diamine.

Ma cosa sono? Perchè cerco qualcosa che nessuno vuole? Perchè tento di rovinarmi la vita da solo?

Perchè mi voglio condannare a sapere qualcosa di cui a nessuno importerà mai nulla? Perchè imprigionarsi in queso carcere di ricordi? Perchè decidere di vivere in un mondo che pian piano, man mano che scopri, inizia sempre più a ripugnarti? Perchè detestare il luogo in cui si dovrà vivere la propria vita? Chi te lo fa fare?

Perchè voglio sapere? Perchè devo sapere che non esiste solo la grande bugia delle guerre e del petrolio (che per altro tutti hanno già scoperto), ma ne esistono altre? Perchè voglio capire come mai simili bugie vivono ancora oggi, lontano, ma nemmeno troppo?

...Come il tritone di Solzènycyn...

Perchè arrovellarsi? La storia non basta forse? Che bisogno c'è di farsi consigliare libri sconosciuti, che bisogno c'è di cercare notizie su rapporti, vite, morti, avvenimenti?

No, non mi basta. troppe domande, troppe incertezze, troppi argomenti hanno ancora diverse verità, quando la verità può essere una, una soltanto, MA QUALE? Perchè un eroe è anche un assassino? Perchè un paese dei balocchi e dell'uguaglianza è chiamato anche terra dei diritti violati? COME E' POSSIBILE?

Ma la verità, la certezza.... dove sta? dove stanno LE PROVE?

Viaviamo in un'epoca dove tutti possono parlare con tutti, in cui tutti sanno di qualsiasi cosa. Eppure, perchè un simile libro, una simile storia, è persa, dimenticata, sepolta sotto il ghiaccio della memoria? Perchè simili notizie mi sono dovute arrivare per grazia divina? Perchè sarei potuto restare all'oscuro?

Avanti, avanti, non ti voltare. Altri hanno già guardato per te. Voltarsi non serve.

Avanti, avanti.

Ma siamo sicuri che uqell'occhiata, quella fugace fotografia scattata al passato, sia davvero tutto? Perchè i frammenti di ciò che fù ci tormentano ancora?

Fermiamoci! Torniamo indietro, ci dobbiamo accertare...

No, avanti, avanti. Altri hanno già guardato. Non serve.
Perchè revisionare, se è già stato tutto visionato?

Avanti.

Ma il dubbio, l'angoscia, perchè io mi voglio voltare? E quando mi volto mi scontro con un coro di voci. Mi assale, mi schiaccia, mi opprime, non riesco a guardare bene.

"Avanti, avanti, intralci la fila! muoviti, perchè ti volti?"
Hanno già guardato! Avanti!

Ma quanti cadaveri sono sfuggiti all'occhio indagatore del vincitore? Quante verità sono state nascoste? o meglio, dimenticate?

Perchè chi cerca trova, oh se trova.

Avanti!

NO. Io mi fermo, mi volgio voltare. Urlatemi addosso, insultatemi, vi starò forse facendo perdere tempo. Ma la mia certezza vale sicuramente il mio tempo.

Voglio sapere.

giovedì 23 aprile 2009

Un sabato ordinario..

Sdraiato. L'erba mi circonda. E' alta, impedisce di vedere. E di essere visto.

Romori. Passi. Chi potrebbe essere? Vengono dal retro. No, sul retro siamo coperti, quel tipo con l'M16 ci sta coprendo. Sicuro?

...

Mi sollevo, poco, piano. guardo dietro. No, è uno dei nostri. bene.

Mi riconcentro sulla situazione. Bertola a destra, copre sul fronte. Devo strisciare fino alla casa. Se riesco ad arrivare a quel muro li abbiamo accerchiati.

-Psst, psst! copri sul fronte!


Avanzo.

Piccolo dislivello, devo abbandonare la mia fortezza d'erba. Prudente, non stacco gli occhi dal mirino del mio MP5.
Sparerà bene? Si è gia inceppato prima... il caricatore è carico? si, si...

Avanzo.

Scivolo. Cazzo.

Ascolto. Mi hanno sentito?

...
...

..no.

Arrivo al muretto. Mi sporgo lievemente. Dietro la maschera, gli occhiali sono appannati.

Vedo qualcuno, nell'erba. sparo. -Colpito, colpito!-

Bene. Posizione bruciata però.

Risalgo dalla cunetta. Bertola è avanzato, sempre sulla destra.

Avanziamo sul retro della casa.

Un avversario sporge dalla porta.

Poco.

Abbastanza.

-Colpito, colpito!- Bene. Cavoli l'ho preso sul collo.

Deve fare male.





Scendo dal muretto, corro verso una macchia d'alberi...

Un rumore secco, poi una serie di pizzicotti alla schiena.

Ahia.

-Colpito, colpito!- stavolta è toccato a me.



Mi avvio verso la macchina. Rifornimento di pallini e poi si ricomincia. Da lontano la partita è molto più chiara. Comprendi tattiche, manovre, avvenimenti...

Nell'erba non sai nulla.



Supponi.
Presumi.
Pensi.


Bene, anche l'ultimo è eliminato. Si ricomincia.




Con chi sono stavolta?

sabato 7 marzo 2009

Ci sono delle cosa che non vanno nella mia vita.

Ma stasera, sul pullman, quando Jerry ha imitato un rapper per dire che la musica spingeva fes ho riso davvero.

La vita è bella, dai!