lunedì 26 luglio 2010

Imbarazzanti situazioni (con l'aggettivo prima del soggetto sembra più colto, vero?)

Scrivere di imbarazzanti situazioni è imbarazzante a sua volta, anche perchè chissà chi legge. Magari nessuno.

Un braccio impunemente sulla sua spalla (che cazzo significava?? Che scemo che sono), uno sguardo che doveva sembrare sicuro, solo un po' venato dal timore magari. Una voce similsimpatica, non rotta, ben udibile, ma forse, come spesso mi capita, un po' troppo frettolosa. Una richiesta ingenua, da bambino quale sono. Usciamo qualche volta, dai. Così, ci conosciamo un po' di più.

Ma la perla sono stati i suoi occhi. E' stato bruttissimo, per un istante: non erano schifati, nè arrabbiati, forse un po' sorpresi. Ma erano allucinati. Assolutamente increduli.

"No, davvero, proprio no"

Proprio no.

In effetti, dopo quello stomachevole istante, dato, come detto, più dai suoi occhi che dal rifiuto in sè, non mi sembrava di essere troppo incazzato o deluso. C'ho provato, vabbè. Un peccato, ma non ci perderò la testa. E lo penso anche ora. D'altronde mi era stato accennato già prima da miei consulenti.

Non così ieri sera, mentra tornavo a casa.

Un po' brillo, vabbè, ma questo è normale, mi sorprendo quasi di più quando sono assolutamente sobrio. Ma ero nero di rabbia. Rabbia per me stesso ma soprattutto per il mondo (che frase di merda. Ma non vuole essere uno stupido atto di ribellione di un adolescente represso. Ero davvero arrabbiato, ma non so bene come esprimerlo solo a parole. Non solo lo odiavo, questo mondo, ma lo detestavo. Detestavo gli alberi, i pali, i cassonetti, le macchine che passavano, le case di cemento, i parchetti deprimenti. Non tanto il concetto di mondo, ma proprio tutti i piccoli elementi che lo compongono. Quello che vedevo, non quello che immaginavo come "mondo")

Vabbè, chiudiamo 'sta digressione, andiamo avanti.

Cantando con voce persa e incostante canzoni dalle sonorità violente (me lo sono permesso, non c'era in giro nessuno), camminando spedito, strappavo rami, foglie, tiravo qualche calcio a ciò che trovavo in giro.

Diversi metri dopo, mi trovai davanti ad una quercia. Anche in quel momento, arrabbiato, strappai delle foglie. Ma mi pianse il cuore.

Non so bene spiegarlo, ma la quercia non è un albero qualsiasi, è un albero importante. Un albero antico, ecco. Ora, non dico che a Brescia crescano quelle quercie secolari della madonna, ma è una pianta che rispetto, che mi incute timore reverenziale, che instilla in me sensazioni di epicità e antichità. Mi sono pentito subito del mio gesto, istantaneamente. Ho toccato il tronco e ho chiesto scusa. Non so perchè.

A casa ci ho riflettuto un po', prima di andare a letto. Ho anche provato a piangere, e la tristezza c'era, ma le lacrime no. Niente lacrime. Per tutta la sera ho sentito in me un vuoto, la mancanza di qualcosa, di una parte che mi permettesse di essere completo. Per tutta la sera, tranne quando ho toccato quella quercia. Lì ero solo io, credo. Magari un gesto ed una sensazione provocati dall'alcol, ma io non credo a queste cose. A meno di grandiosi disfacimenti (e non era questo il caso) l'alcol non fa che portare alla luce quello che siamo. Amplificandolo magari, rendendolo teatrale e molto più comico e idiota di quanto non sia, ma l'effetto è questo.

Quando si è da soli, poi, si può essere certi che non lo si sta facendo per apparire, o influenzati dalla presenza di altri. Semplicemente non si riesce a contenere i propri pensieri. A volte è un bene.

Pensandoci adesso, tutto questo mi sembra stupido. Mi sembra stupido chiedere così, spudoratamente, ingenuamente, ad una ragazza (che tra l'altro conoscevo da tempo) di uscire, mi sembra stupido tirare calci ai pali o strappare rami, mi sembra stupido chiedere scusa ad una quercia. Ma non esageratamente. Solo un po'.

Un po' stupido. Tutto qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Che tristezza.......per "portare alla luce quello che siamo" pare oggi ci voglia l'alcool, o peggio.....Cosi' pure per avere il coraggio di fare qualcosa di importante.....Ma dove sono finiti gli uomini dei secoli scorsi, che con poco cibo in corpo spostavano le montagne? Per gustare appieno tutte le sensazioni forti che la natura e la vita ci regalano, sia belle che terribili, bisogna essere lucidi. Allora si sente la vita.......Meditate gente.....

Anonimo ha detto...

Scusa, pare che tu non fossi innamorato di lei, pare che tu per forza voglia avere un tipo di esperienza "affettiva". Credimi, fin che la cercherai con insistenza non arrivera'. Sara' del tutto casuale ed inaspettata. Smetti di cercare quindi.

Giacomino ha detto...

Vorrei rispondere chiamandovi per nome, ma siete tutti anonimi lol

Non ho detto che per portare alla luce sentimenti serva l'alcool, affatto. Ho detto che a volte il risultato di una bevuta è quello, non travisate le mie parole.

Smettere di cercare? Mi sembra difficile. Che ci posso fare? D'altronde magari hai ragione... comunque tra poco cambierò completamente scenario, e può darsi che i cambiamenti arriveranno eccome. Si vedrà, ancora.

Anonimo ha detto...

A me non sembra stupido chiedere così spudoratamente, come dici tu, di uscire ad una ragazza. Anzi mi sembra del tutto normale. I "no" fanno parte della vita e probabilmente di questi "no" tra qualche anno ne sorriderai... quando arriverà la persona giusta che capirà il tuo cuore sensibile e coraggioso. Si per me lo sei, "coraggioso" dico.
Tessa

Giacomino ha detto...

Beh, grazie, Tessa. Davvero :)

E' che sono una persona semplice, non mi va di fare giri di parole, piani subdoli ecc... preferisco essere sincero e diretto... troppo, a volte.